9 giu 2014

Resegup 2014, una gara bellissima……da dimenticare.

imageLa Resegup è una di quelle gare che ti ricordi, in tutti i sensi. Comincio dalla fine, con la parte da dimenticare. Mio malgrado ho dovuto ritirarmi al 15° chilometro dopo aver sopportato per circa un’ora il vomito e i crampi. Il gran caldo mi ha spaventato, ho ragionato di bere molto. Troppo!!! L’organismo si rifiutava di assimilare i liquidi, lo stomaco si gonfiava e i crampi venivano lo stesso. Risultato: gara buttata via…. Le mie aspettative erano altre. Ipotesi di arrivare in vetta in circa 2 ore e guadagnare il traguardo in 3h15’ / 3h20’, plausibile.

Adesso cominciamo dall’inizio. Organizzazione super, strada del lungo lago di Lecco chiusa al traffico. Molta gente a seguire le operazioni pre gara. Alle ore 15,30 al via tutti sono preoccupati per il gran caldo, ci sono sicuramente 30 gradi, forse di più. Partiamo in 800 a quota 214 metri, 3 km di asfalto poi si iniziano le mulattiere. Al km 6,6 siamo a quota 890 metri. Ristoro, tutti bevono molto e si bagnano abbondantemente. C’è moltissimo pubblico che grida e ti incita chiamandoti per nome visto che è scritto sul pettorale. Bellissimo!!!! Ora diventa più dura. In 3 km saliamo di 1000 metri. Da subito ho le gambe un po’ pesanti, sarà il caldo, penso. A 200 metri dalla vetta iniziano i problemi di stomaco. Non sono l’unico. Molti stanno male, interviene anche l’elisoccorso. Arrivo in vetta a quota 1877 metri dopo 2h25’, mi siedo. Però mi guardo in giro. Il panorama è semplicemente stupendo, sembra di essere sulle Dolomiti. C’è moltissima gente anche qui. Un addetto mi dice: “come sei pallido, vuoi ritirarti?” Visto che devo comunque scendere a piedi dopo 10 minuti decido di ripartire. Non sto per niente bene, dopo 500 metri iniziano anche i crampi. Impiego un’ora per arrivare a Piani d’Erna a quota 1329, cioè per fare 5,5 km. Decido di porre fine alla sofferenza, consegno il pettorale, scendo in funivia e poi chiedo un passaggio fino alla zona di arrivo. Alla fine sono oltre 100 i ritirati e anche tra gli arrivati sono numerosi gli atleti che devono ricevere le cure presso la tenda della croce rossa. Sembra un film di guerra. Le brande sono tutte occupate e alcuni sono sdraiati a terra coperti con i teli dorati.

E’ veramente un peccato che sia andata così. Sicuramente se fossimo partiti alle 8,30 della mattina sarebbe andata molto meglio. La gara è stata vinta dal rumeno del Team La Sportiva Ionut Zinca che avrebbe voluto stabilire il nuovo record ed invece ha chiuso ben 8 minuti sopra il tempo del vincitore 2013. Lo segue Fabio Bazzana arrivato molto provato dopo aver sofferto in salita e spinto come un pazzo in discesa. In campo femminile vittoria per la svedese Emelie Forsbeg famosa oltre che per essere atleta di prim’ordine in campo mondiale è anche la fidanzata del campione del mondo Kilian Jornet. Ha preceduto l’inossidabile Emanuela Brizio.

Oggi ho aggiunto un altro pezzetto di esperienza al mio bagaglio personale. Ho scoperto una gara veramente bella e organizzata splendidamente. Ho conosciuto una nuova montagna su cui non ero mai andato da cui si gode un panorama fantastico. Ora penso se la rifarei. Normalmente se va male rimane un conto aperto, però l’idea di dover affrontare ancora la prova di pomeriggio attualmente mi lascia perplesso. Vedrò, ho davanti un anno per pensarci.

Il Poggio

da LECCONOTIZIE

5 commenti:

pilo ha detto...

La vendetta è un piatto che va servito freddo, dice un vecchio adagio, o come in questo caso “molto caldo”.
L’anno scorso dopo la mia disavventura alla maremontana ho parlato a lungo con tantissimi runners amanti dei trail, Andrea era uno di questi.
Andrea era/è della pattuglia di quelli che, giustamente o ingiustamente lo giudicheranno i lettori, affermava che alla suddetta gara, dove io ho rischiato la pellaccia finendo in ospedale per ipotermia, bisognava arrivarci preparati non solo fisicamente (cosa importantissima) ma soprattutto dal punto di vista dell’attrezzatura (leggi abbigliamento e barrette energetiche). Andrea di esperienza di trail ne ha da vendere, ma a quanto pare ieri non è bastata. A volte il cervello si rifiuta di prendere atto della situazione (fa freddo, piove, non sono al massimo fisicamente, non sono abbastanza equipaggiato) e decide che ce la puoi fare. Ieri Andrea scriveva su faccialibro (in inglese facebook) <<10 anni di gare, terza volta che mi ritiro>> e se non erro ultimamente gli è già capitato.
Forse non si è preparato bene? Forse ha bevuto troppo!!?? L’ha presa sotto gamba? Si doveva portare un ombrellino o ombrellone per proteggersi dal sole? Mah!!! Giudicate voi.
Io mi limito a ribadire la mia opinione; certe gare, a certe condizioni, non devono essere fatte, o meglio, l’organizzazione le deve annullare senza temere le critiche. 100 ritirati e le brande della CRI tipo film di guerra NON SI DEVONO VEDERE in nessuna gara. E meno male che Andrea e gli altri hanno potuto ritirarsi e scendere in funivia, alla maremontana non era possibile.
Il pilo

Il Poggio ha detto...

La nostra bella nazione è ricoperta di montagne da nord a sud e da sempre la gente si avventura sulle vette. Possiamo farlo in sicurezza come semplice gita oppure più velocemente partecipando ad una gara tutti insieme. La grande differenza è che la gara dovrebbe essere organizzata da gruppi capaci e preparati. Alla Resegup lo sono. Per quanto riguarda il caldo o il freddo parto dal presupposto che ogni individuo ha diverse capacità di adattamento nei tempi e nei modi. L'esperienza di cui parla Claudio, secondo me, sta nel come si affronta la prova e nel saper capire se vale la pena continuare oppure fermarsi. Possiamo anche decidere di stare sul divano e non accettare mai nessuna sfida oppure smettere di provarci. I miei precedenti ritiri si erano verificati alla Valcuvia Extreme del 2006 a causa di una distorsione alla caviglia e alla Valmalenco-Valposchiavo del 2007 per problemi di stomaco. Certamente lo stomaco è un mio grande punto debole ma sono diversi gli atleti che hanno problemi di questo tipo, anche di altro valore agonistico (chiedere a Mauro Toniolo ad esempio). Personalmente negli anni ho fatto molti test per arginare il problema, avevo avuto disturbi anche durante le maratone di Milano e di Treviso. L'aver corso gare di 6 ore senza problemi mi fanno pensare che un po' dell'impegno profuso ha dato dei frutti e mi ha soddisfatto. Per quanto mi riguarda il divano è pronto ad attendermi, però prima devo fare Skyrace Valtartano a coppie il 22 giugno, Maratona del cielo il 6 luglio, Dolomites Skyrace il 20 luglio e Giir di Mont il 27 luglio. Poi mi riposo!!

Anonimo ha detto...

Ogni gara, ogni trail autogestito, ogni uscita fatta correndo o cercando di farlo è un piccolo tassello che costruisce il nostro bagaglio di esperienze e conoscenza di noi stessi. Sbagliare insegna sicuramente di più che una giornata perfetta anche se quest'ultima la si ricorda con maggior piacere. Rimango fermamente convinto che sono io atleta a dover decidere se partecipare o fermarmi durante una gara nel caso l'organizzazione decida per il suo svolgimento/proseguimento in caso di condizioni avverse. Poggio credevo fossi già stato sul Resegone...bello eh? Ma dimmi con chi corri la Valtartano?
Alberzek

Anonimo ha detto...

Ogni gara, ogni trail autogestito, ogni uscita fatta correndo o cercando di farlo è un piccolo tassello che costruisce il nostro bagaglio di esperienze e conoscenza di noi stessi. Sbagliare insegna sicuramente di più che una giornata perfetta anche se quest'ultima la si ricorda con maggior piacere. Rimango fermamente convinto che sono io atleta a dover decidere se partecipare o fermarmi durante una gara nel caso l'organizzazione decida per il suo svolgimento/proseguimento in caso di condizioni avverse. Poggio credevo fossi già stato sul Resegone...bello eh? Ma dimmi con chi corri la Valtartano?
Alberzek

Anonimo ha detto...

Ogni gara, ogni trail autogestito, ogni uscita fatta correndo o cercando di farlo è un piccolo tassello che costruisce il nostro bagaglio di esperienze e conoscenza di noi stessi. Sbagliare insegna sicuramente di più che una giornata perfetta anche se quest'ultima la si ricorda con maggior piacere. Rimango fermamente convinto che sono io atleta a dover decidere se partecipare o fermarmi durante una gara nel caso l'organizzazione decida per il suo svolgimento/proseguimento in caso di condizioni avverse. Poggio credevo fossi già stato sul Resegone...bello eh? Ma dimmi con chi corri la Valtartano?
Alberzek